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Allestimenti e mostre |
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Michele De Lucchi |
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2013, gennaio |
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2013, febbraio |
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2013, febbraio |
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Inaugurazione mostra: 27 febbraio 2013 Durata mostra: 28 febbraio - 30 marzo 2013 |
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Milano (Italia), Antonia Jannone Disegni di Architettura |
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Antonia Jannone Disegni di Architettura |
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C. Gatti, Premiata falegnameria De Lucchi, "la Repubblica", 2 marzo 2013, p. XVII La rocca nella roccia, "Il Giornale delle Mostre" (inserto di "Il Giornale dell'Arte"), n. 329, marzo 2013, p. 49 C. Campanini, Montagne e città , "Arte", marzo 2013, p. 115
S. Tozzi, Michele De Lucchi, Montagne, "exibart", 21 marzo 2013, www.exibart.com, http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=39646&IDCategoria=1 L. Ghirlandetti, L'ascesa di Michele De Lucchi, "Artribune", 21 marzo 2013, www.artribune.com, http://www.artribune.com/2013/03/lascesa-di-michele-de-lucchi/
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45 mq |
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Progetto di allestimento e comunicazione (catalogo e invito): Michele De Lucchi Team di progetto: Mara Corradi, Francesco Faccin, Maddalena Molteni e Alberto Nason |
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Le montagne sono fatte per salire e per scendere ma per scenderle bisogna prima averle salite: a prima vista potrebbe sembrare una banalità , ma questa regola, se applicata alla vita, tanto banale non è. È per questo forse che le montagne si guardano prevalentemente da sotto e lo sguardo va inevitabilmente in alto, verso la vetta, facendoci sentire piccoli piccoli in un mondo grande grande: non a caso le montagne sono il simbolo della grandiosità della natura e il solo pensiero del freddo nella cima ridicolizza qualsiasi presunzione di potenza umana. Ma le mie montagne sono piccole e non fanno paura, non fanno venire la vertigine e non fanno freddo nemmeno nei giorni più freddi dell'inverno: sono di legno sempre con la fibra di taglio verso l'esterno, cosicché sembrano più dure, resistenti, solide e massicce. Mi hanno costretto ad un serio esercizio costruttivo per poterle realizzare con strumenti semplici e arcaici come sono gli attrezzi per lavorare manualmente il legno massello in pezzi di piccole dimensioni, incollando, intagliando, levigando, ricercando l'effetto naturale in forme ineludibilmente geometriche. Mi hanno fatto riscoprire la bellezza delle curve di livello che si usano per disegnare e che si chiamano isobare perché segnano in pianta i livelli ad altezze costanti, come se il mondo fosse fatto a strati, come le lasagne. È quasi magico vedere formarsi una montagna straticello dopo straticello e come la stravagante forma di una isobara prenda senso per merito di quella che gli sta sotto e di quella che gli va sistemata sopra. Le curve di livello sono sempre forme chiuse e a volte, quando le pendenze sono ripide, il susseguirsi continuo delle righe fa assomigliare il rilievo di una montagna a un’impronta digitale e chissà che non lo sia per davvero l'impronta lasciata da un qualcuno molto più grande di quanto possiamo immaginare e che ha dato forma alle nostre montagne. (Michele De Lucchi)
Mountains are made for climbing and descending, but to descend they must first be climbed. Trite though it may seem, when this principle is applied to life, it is anything but trite. This is perhaps why mountains are seen prevalently from below, with the gaze inevitably directed upward, toward the summit, making us feel tiny in proportion to an immense world. Indeed, mountains are the symbol of the grandeur of nature; the mere thought of the brutal cold at the top humiliates any human presumption of power. But my mountains are small, and hardly frightening. They don't make you dizzy and they aren't cold even on the coldest winter day. They are made of wood, with the grain facing outward so that they seem harder, more solid and resistant. They posed a serious manufacturing challenge for me, to find a way to make them with the simple, archaic tools for working with solid wood, gluing, inlaying and finishing small objects, trying to achieve a natural effect with inescapably geometric forms. They made me rediscover the beauty of the curved contour lines used to describe changing terrain, called isobars because they indicate levels at a constant elevation, as if the world were built in layers, like lasagne. It's almost magical to see them form a mountain, layer upon layer, and how the extravagant form of an isobar acquires meaning in function of what lies below and what is placed above. It brings to mind the extraordinary genius of whoever it was who thought, for the first time, of transforming the sound of the human voice into signs scratched into clay, thereby inventing writing. Contour lines are invariably closed forms, and sometimes, when the slopes they describe are steep, the sequence of lines makes the relief of a mountain look like a fingerprint. Who knows if that's not what it really is? A print left by something much greater than we can imagine, giving form to our mountains. (Michele De Lucchi) |
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 Michele De Lucchi, con Mara Corradi, Francesco Faccin, Maddalena Molteni e Alberto Nason, Mostra "Montagne" e comunicazione, Antonia Jannone Disegni di Architettura, Milano (Italia), 2013 Ph. Alessandra Chemollo/ORCH, fotografia digitale
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 Michele De Lucchi, con Mara Corradi, Francesco Faccin, Maddalena Molteni e Alberto Nason, Mostra "Montagne" e comunicazione, Antonia Jannone Disegni di Architettura, Milano (Italia), 2013 Ph. Alessandra Chemollo/ORCH, fotografia digitale
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 Michele De Lucchi, con Mara Corradi, Francesco Faccin, Maddalena Molteni e Alberto Nason, Mostra "Montagne" e comunicazione, Antonia Jannone Disegni di Architettura, Milano (Italia), 2013 Ph. Alessandra Chemollo/ORCH, fotografia digitale
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 Michele De Lucchi, con Mara Corradi, Francesco Faccin, Maddalena Molteni e Alberto Nason, Mostra "Montagne" e comunicazione, Antonia Jannone Disegni di Architettura, Milano (Italia), 2013 Ph. Alessandra Chemollo/ORCH, fotografia digitale
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 Michele De Lucchi, con Mara Corradi, Francesco Faccin, Maddalena Molteni e Alberto Nason, Mostra "Montagne" e comunicazione, Antonia Jannone Disegni di Architettura, Milano (Italia), 2013 Ph. Alessandra Chemollo/ORCH, fotografia digitale
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 Michele De Lucchi, con Mara Corradi, Francesco Faccin, Maddalena Molteni e Alberto Nason, Mostra "Montagne" e comunicazione, Antonia Jannone Disegni di Architettura, Milano (Italia), 2013 Ph. Alessandra Chemollo/ORCH, fotografia digitale
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